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Islanda: Reykjavik, la capitale

Islanda Estate 2018, Giorno 2: Reykjavik (e cenni di Laguna Blu)

Fare la spesa in un paese in cui non conosci la lingua, non sai neanche tanto bene che suono ha, e che soprattutto non ha assolutamente niente in comune con tutte quelle che conosci, è un casino. Quindi lo zucchero scuro è in realtà un po’ salato, la bbq sauce è molto dolce, i biscotti col cioccolato sanno di caffè e la cioccolata sa di legno.

Tolto il fastidio che tutto questo può provocare di primo acchito, alla fine è un modo come un altro per conoscere cose diverse, quindi non solo te le mangi ma magari domani ci torno apposta per ricomprare i frutti dell’errore di oggi.

La luce, è finora la cosa che per me caratterizza di più questo posto: un solo raggio piccolo tra una nuvola e l’altra cambia lo scenario e la prospettiva. Le nuvole nere fanno diventare un il paesaggio da un quadro di Monet a uno di Munch.

islanda 2018 blue lagoon

È come la Blue Lagoon: dovrebbe essere blu, ma ogni tanto è verdina, azzurrina, o completamente bianca. Devo dire che il posto è molto suggestivo e vale una visita, ma la verità è che sembra proprio una grossa pozza colorata e fumante costruita per i cinesi.

Ci torneremo comunque l’ultimo giorno. 

Reykjavik

Reykjavik, la capitale è molto elegante, pulita, con stradine piene di locali, il lago al centro e una chiesa (bruttina) a forma di razzo in cima alla collina (Hallgrímskirkja).  La religione non deve averli convinti poi così tanto dato che ce n’è una sola in tutta la città.

islanda 2018 reykjavik chiesa

 
Harpa invece (la concert hall al porto) è una struttura moderna, fatta di vetro (e non di specchi) dentro la quale avvengono i concerti più importanti della città, credevo improvvisassero anche nella hall ma mi sa che non è cosi.


islanda 2018 reykjavik harpa esterno

 

Un giro nel centro passa immancabilmente per il laghetto, alle spalle di un centro di informazioni turistiche. 

 

islanda 2018 reykjavik lago

 

Ok, islandesi, i vostri pub sono carini e molto caldi, e anche voi siete gentili, bizzarri, ma gentili (finché restate sobri, poi mi viene voglia di picchiarvi per l’insolenza). 

Ma quando sei in viaggio in un posto dove non capisci la metà delle cose che succedono intorno a te e cerchi musica, i pub inglesi salveranno sempre la serata (e sì, le tapparelle alle finestre sono abbassate perché sennò sembrerebbe di stare bevendo Guinness e Moscow mule a mezzogiorno).

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