“Bisogna andare subito, se l’embargo verrà cessato quell’isola non sarà più la stessa”
Negli ultimi due anni questa frase è diventata la nuova “non ci sono più le mezze stagioni”: giovani coppie in partenza per la luna di miele, colleghi e amici con lo zaino in spalla, mia madre, mio padre, la portiera, mia nonna, il fruttivendolo….tutti, hanno pronunciato più e più volte tutti quanti questa frase, correndo a prenotare il proprio posto in prima fila sul primo aereo in partenza.
L’ho detta anche io, quando una mattina di fine gennaio ho aperto skyscanner alla ricerca delle mie prossime destinazioni di viaggio, e i saldi Alitalia hanno facilitato ulteriormente l’acquisto.
Prima di partire però non avevo idea di quello che avrei potuto vivere in queste due settimane: qualsiasi informazione abbiate in testa su Cuba, rubata dall’immaginario collettivo, dai film, dai racconti, dimenticatevela.
È impossibile – per fortuna – che sia affidabile perché quest’isola è forse la più grande accozzaglia di contrasti esistente al mondo: il tempo si è fermato nelle strade, gremite di auto d’epoca rimesse a nuovo e di Regate dell’86 truccate, ma invece poi hanno tutti facebook – pur senza potersi connettere a internet (aprirò un capitolo specifico sul tema connettersi a internet); la musica (e parlo di Despacito e Ed Sheeran), la salsa e soprattutto Ron (Havana Club) y Cerveza (Cristal o Bucanero) riempiono i vicoli, i parchi, le spiagge, i bus, i bici taxi – essere ubriachi è praticamente uno stato mentale- , ma le università sono gremite di studenti fino agli 80 anni (intere classi) che vogliono studiare psicologia, inglese, comunicazione; lo stipendio medio è di 30 CUC (poco meno di 30 euro), ma una casa, riso, pollo, frutta, latte, energia elettrica, acqua, assistenza sanitaria – completa, fino alla più complessa operazione chirurgica – sono garantite a tutti, non vedrete mai un senza tetto per le strade de l’havana.
Sono salita su quell’aereo con il mio stress occidentale e mille pensieri nella testa che credevo veramente insormontabili, e sono atterrata sull’isola dell’accettazione e della libertà, mi sono infilata nelle case per fare domande, ho saltato dalle cascate e fatto la doccia in mare perché non c’era più acqua in casa, ho guardato il tramonto facendo il bagno nel mare di caraibi, ho assistito al reclutamento di nuovi giovani nel partito comunista cubano in piazza e pianto insieme a loro sulle note di una canzone dedicata al futuro, mi sono fatta le treccine e mangiato riso con cerdo per giorni, e adesso che c’è un po’ di cubanita in me non ho nessuna intenzione di farla più andare via.
E brava la mia scrittrice cubanita!!!
Sei proprio brava a scrivere, altro che giornalisti che in troppe parole non dicono quello che hai detto tu in poche frasi! ❤️
Come al solito, scavi, coinvolgi, porti a galla. Soprattutto rendi coinvolgente ogni tuo viaggio. Che altri mille tu ne possa fare.