NewYork, giorno 1
Per raccontarlo davvero mi ci vorrà molto più tempo, ne sono successe di ogni e ogni racconto ha la sua giusta casa.
Per ora, è tutto esattamente come volevo che fosse: vivo, avventuroso, pieno di cose da fare, con nuovi amici e odore di cibo che entra pure dalla finestra della camera da letto.
New York: arrivo in aeroporto (Newark) e prima sera a Soho
Ho un cappello, una metro card, ho fatto un annuncio al microfono in aeroporto appena messo piede in questo paese e il big Jim dell’immigrazione ha cercato di rimorchiarmi chiamandomi Francisca Bonita (gli ho detto che quello non era italiano bensì spagnolo, l’ho trovato quasi inappropriato) e invitandomi a mangiare insieme che stava per staccare, non ho la febbre e sto andando da #barneysnewyork a fare shopping. Che altro vi devo dì? Ah si, la mia fermata, scappo: Broadway Lafayette St.
New York giorno 2: World Trade Center e Soho
Direi che gli highlights della giornata sono decisamente l’incontro con #MichaelCHall e la prima lezione da #AloYoga a Soho, seguiti poi dal giro con shopping al #WorldTradeCenter (ora capisco per quale motivo – a me fino a ieri quasi completamente sconosciuto – i grattacieli affascinano molto) e serata a Soho in un posto talmente serie tv che vedevo il bambino di #AllyMcBeal ballare con #TedMosby.
Ah, sì, tutto questo ancora senza bagaglio: @united ha avuto la bella idea di recapitarle chiamando al telefono alle 3 di notte uhuh
Visualizza questo post su Instagram#NewYork giorno 2: Direi che gli highlights della giornata sono decisamente l’incontro con #MichaelCHall e la prima lezione da #AloYoga a Soho, seguiti poi dal giro con shopping al #WorldTradeCenter (ora capisco per quale motivo – a me fino a ieri quasi completamente sconosciuto – i grattacieli affascinano molto) e serata a Soho in un posto talmente serie tv che vedevo il bambino di #AllyMcBeal ballare con #TedMosby. Ah, sì, tutto questo ancora senza bagaglio: @united ha avuto la bella idea di recapitarle chiamando al telefono alle 3 di notte uhuh ___ #nyc #ny #wtc • • • #yoga #travel #travelling #visiting #traveler #instago #wanderlust #trip #holiday #photooftheday #lifeofadventure #doyoutravel #tourism #tourist #mytravelgram #travelgram #travelingram #igtravel #lovelife #traveling #travelblog Un post condiviso da Francesca Lavinia De Bonis (@francescalaviniadebonis) in data:
New York giorno 4: Chealsea Market e High Line
QUINDI: New York, giorno 3 o 4.
Faccio una fantastica lista delle cose già viste così mi dite se le avete viste pure voi o se ve ne siete sbattuti le balls perche queste cose le fanno solo i turisti. Però prima volevo dire che: anche io finalmente non mi sono asciugata i capelli dopo la doccia ieri e mi sono sentita davvero a tough guy
Like it really rough guy
Just can’t get enough guy
Inoltre, quel genio di Scott l’amico di Daniele Pellicone ha creato un bellissimo neologismo per definire un’italiana che viaggia con lo yoga mat: la CALITALIAN
Finisco dicendo che ok odiamo il capitalismo e i soldi buuu e lungavita alla vita frugale ma felice, sì, PERÒ L’ALBERO DEL ROCKFELLER CENTER con la pista di pattinaggio sulla quale si è innamorato al cinema mezzo mondo con le canzoncine di Mamma ho per l’aereo di sottofondo sono una gioia che io veramente capito cioè SIIIIIIIIIIIII ❤️ (così come lo è passare un pomeriggio facendo mani piedi massaggi eccetera eccetera quando sei da 4 giorni on the move)
Ok, torniamo al turismo:
- Columbus square
- Soho (again and again, but mostly Fanelli on Prince, che al momento detiene anche il mio caricabetterie, domani torno e grazie ancora daniele per averlo lasciato) ✅
- #ChelseaMarket ✅
- #Highline ✅ (mangiando bagel dal market)
- #Timessquare ✅
- #RockefellerCenter con albero e pista di pattinaggio ✅
- #Radiocitymusichall (da fuori) ✅
- Harlem (stasera ho provato a entrare nel consigliatissimo da #lonelyplanet Shrine ma mi sa che non va bene per me )
- #WorldTradeCenter ✅ (ma ci torno domani che piove per visitare il memorial del 9/11)
- Tribeca (passeggiando) ✅
- Shopping da #century21 (2 volte ) ✅
- Shopping da #Barneys (ci ho provato ma no)
New York giorno 5: Grand Central, Oyster Bar
30.12.2019 #NewYork, giorno 4 o 5, quello che definiremo the #oysters day. Mi sveglio con probabilmente 38 di febbre ma dopo qualche ora di indulgenza e pigrizia, decido di non farmi abbattere dai germi e trovo forza e coraggio per uscire. Una lezione di #yoga finalmente piena, pensata, e che apre nuove porte nel cervello, ma soprattutto che scioglie finalmente le gambe e mi permette di camminare ancora (passando da un’andatura gambadilegno a ehituguardacomedondolo). Una pioggia battente mi rinchiude al fanelli di nuovo, dove incontro Brian con fratello cognata e nipote, una famiglia del Maryland (lui vive qui invece) che finisce di sfatare completamente il mio pregiudizio sugli americani, mi ritrovo a riflettere sul pregiudizio persino io. Proseguo la giornata passeggiando fino al #Met e al #Guggenheim e arrivando per cenare a #GrandCentral, abbastanza certa di dire che è la cosa più bella che ho visto qui finora. Mi sposto, dopo una cena a base di raw shrimps e cosmopolitan all’ #OysterBar, a fare una passeggiata in serata al #LincolnCenter, per prendere poi una birra lì di fronte al #PJClarks Devo fare un inciso: ora ho capito per quale motivo metà delle canzoni americane sono dedicate ai barman dei locali, dimostrano amore profondo per loro e per tutta la categoria. Perché sono adorabili. Ma per davvero. Nella giornata di ieri mi avranno offerto 10 ostriche, 3 birre, 25 chiacchiere, carta, penna, cartoline (che spediranno loro per conto mio), almeno 3 nuove proposte di cose da fare per stasera (se non ho la febbre chiaramente sennò ciaone pure al capodanno, senza rimpianto alcuno), sicurezza e protezione e allontanamento dei fastidiosi ubriachi molesti dei bar. E lo che adesso il pensiero è: ci stavano a provà. E invece no: i camerieri ci provano, i barman sono la tua coscienza e il tuo appiglio, la tua ancora, gli vuoi proprio bene, altroché. Detto questo, io odio le ostriche. E invece ieri sera 2 me ne sono addirittura piaciute. Che il cambiamento venga a me!
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30.12.2019 #NewYork, giorno 4 o 5, quello che definiremo the #oysters day. Mi sveglio con probabilmente 38 di febbre ma dopo qualche ora di indulgenza e pigrizia, decido di non farmi abbattere dai germi e trovo forza e coraggio per uscire. Una lezione di #yoga finalmente piena, pensata, e che apre nuove porte nel cervello, ma soprattutto che scioglie finalmente le gambe e mi permette di camminare ancora (passando da un’andatura gambadilegno a ehituguardacomedondolo). Una pioggia battente mi rinchiude al fanelli di nuovo, dove incontro Brian con fratello cognata e nipote, una famiglia del Maryland (lui vive qui invece) che finisce di sfatare completamente il mio pregiudizio sugli americani, mi ritrovo a riflettere sul pregiudizio persino io. Proseguo la giornata passeggiando fino al #Met e al #Guggenheim e arrivando per cenare a #GrandCentral, abbastanza certa di dire che è la cosa più bella che ho visto qui finora. Mi sposto, dopo una cena a base di raw shrimps e cosmopolitan all’ #OysterBar, a fare una passeggiata in serata al #LincolnCenter, per prendere poi una birra lì di fronte al #PJClarks Devo fare un inciso: ora ho capito per quale motivo metà delle canzoni americane sono dedicate ai barman dei locali, dimostrano amore profondo per loro e per tutta la categoria. Perché sono adorabili. Ma per davvero. Nella giornata di ieri mi avranno offerto 10 ostriche, 3 birre, 25 chiacchiere, carta, penna, cartoline (che spediranno loro per conto mio), almeno 3 nuove proposte di cose da fare per stasera (se non ho la febbre chiaramente sennò ciaone pure al capodanno, senza rimpianto alcuno), sicurezza e protezione e allontanamento dei fastidiosi ubriachi molesti dei bar. E lo che adesso il pensiero è: ci stavano a provà. E invece no: i camerieri ci provano, i barman sono la tua coscienza e il tuo appiglio, la tua ancora, gli vuoi proprio bene, altroché. Detto questo, io odio le ostriche. E invece ieri sera 2 me ne sono addirittura piaciute. Che il cambiamento venga a me! • • • # #us #usa #america #unitedstates #travel #traveling #holiday #travelling #usatrip #amazing #love #ilove #usagril #states #stateside #awesome #travelingram #ny #nycsolo #nyc Un post condiviso da Francesca Lavinia De Bonis (@francescalaviniadebonis) in data:
Capodanno e 1° gennaio da sola a New York
Giorni 5 o 6 e 6 o 7, #newyork, #newyearseve.
31.12.19 e 1.1.20
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La verità è che non ho fatto molto in questa ultima giornata dell’anno: una bella classe di #yoga, una breve camminata a soho, chiacchiere al bar e poi a casa. Che era esattamente quello che volevo fare. Poi la mezzanotte si avvicinava anche in questo fuso orario e spinta da un “dai muoviti è #capodanno ci vediamo lì” sono arrivata al Fanelli, non senza aver prima fatto la mia personale lista dei buoni propositi che non condividerò con voi.
Sarà un anno INCREDIBILE
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New York, giorno 6 o 7, l’inizio della nuova decade.
Dopo un risveglio sufficientemente posh da rendermi una vera ragazza di newyork, e una vera colazione americana a base di scumbled eggs, bacon and mushrooms fatta a mano (ci metto l’acqua nelle uova per fare la bava ✅), ancora assonnata e piena di vino mi dirigo verso il ponte di #Brooklyn piena di grandi speranze per questo bellissimo nuovo inizio. Affollatissimo e abbastanza impressionante, mi ritrovo al di là a guardare lo #skyline di #Manhattan da Brooklyn, passeggiando per #Brooklynheights e salendo sul giro in #ferry più lungo della storia del turismo americano: certo, ho preso quello sbagliato, nella direzione sbagliata e che comunque non mi avrebbe mai portata alla statua della libertà in generale, men che meno alle 18 del 1 gennaio ♀️
La ragazza del ferry deve aver capito il mio stato confusionale e mi ha quindi fatta sedere lì gratis, al caldo e prestandomi il caricabatterie per tutta l’ora passata a a fare su e giù per il canale che divide Manhattan da Brooklyn per lasciarmi poi a #WallStreet. Da ottimi italiani vado a fare la spesa da #Eataly per la cena in casa a #Soho, dove un tonno calabbbrese per davvero arrivato con le valigie perdute ci attende per essere cucinato con la Mutti.
Sto tornando ora a casa, felice e serena, e ricolma di grandi speranze per ogni minuto di questo nuovo anno: ce la faremo amici