Quanto è difficile pensare quando hai la testa piena di cose, quanto è difficile mettere i pensieri in fila, come perline infilate una dietro l’altra lungo un filo di nylon, quanto è difficile non farli mangiare l’uno dall’altro in una voragine di caos.
Scrivere, ogni volta va a finire che l’unico rimedio nella vita lo trovi nel buttare nero su bianco, un bianco bianchissimo, tutto quello che non riesco a riordinare altrove.
Parlare è una cosa difficile, parlare con significato, con calma, con centratura e senza far ammucchiare come corpi morti al fronte le sillabe una dopo l’altra.
È come se il fiato si spezzasse, come se tutte le parole che hai imparato dalla nascita diventassero pezzetti di cenere lanciati, esplosi atomicamente, dentro ad una scatola di ossa, tonda, così vicina al buco d’uscita verbale di quei pensieri, tanto da infilarcisi una dopo l’altra senza soluzione di continuità.
Ma dietro, laggiù, in fondo, nel buio, lo senti che c’è una palla piena di energia che sta cercando di curarsi. Che sta cercando il modo per rimettere tutto apposto. Di trovare un posto ad ogni cosa nella credenza. Lo sai che c’è, lo senti che c’è, è solo troppo lontana da quei miliardi di microscopici pezzetti bruciati che vagano.
Il famoso tempo. Torniamo sempre lì. La vita e la morte sono legate al tempo, le parole sono legate al tempo, la paura e la forza sono legate al tempo, ma soprattutto la felicità lo è.
Sarà così forse che deve andare? Sarà così che ritroverai la centratura, la calma, la libertà di fare del bene e di amare tutto e tutti molto più di te stesso? Nonostante tutto, nonostante tutti gli sbagli e tutte le colpe che sento quando sbaglio così, credo abbia molto più senso crederci, e aspettare che tutto torni apposto.
C’è qualcuno che inconsapevolmente ti prende per mano e ti ci porta, verso quel nucleo di energia, verso quella serenità.
C’è qualcuno che se ne va, lasciando un buco nero di dolore e di solitudine e di strappacuore, ma che torna dal suo amato in cielo.
C’è qualcuno da curare, di cui prendersi cura, e da aiutare a ritrovare il sorriso.
Ci sono le persone, nuove e vecchie, vicine, illuminate, comunitarie, che ti stanno accanto in questo percorso e ti ricordano che pensare meno fa bene, è necessario, ed è la cosa giusta da fare.
C’è tutto in un piccolo attimo di riflessione, di scontro e di sorriso.
Ce la faremo, tutti insieme, ce la faremo.
Ciao nonnina mia, continua a farci ridere da lassù.