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(un po’) Spiaccicata

È domenica, sono a casa e non ho impegni per tutta la giornata.

Queste ultime settimane sono state tumultuose, piene, affaticate ed è come se da una parte tutta questa pienezza in verità mi spaventi, come se stessi rischiando di perdere me stessa, facendo tante cose per non trovarmi da sola con la calma necessaria a pensare a dove sto andando.

Dove sto andando? È sempre importante sapere dove si sta andando?

Le vacanze, il viaggio estivo, sembrano già così lontane pur essendo passate poche settimane, ma so di aver riportato con me in capitale il buono e il bello che i mulini a vento e i canali, e le bimbe, e gli svedesi tutti biondi e alti mi hanno raccontato ed insegnato.

Vorrei davvero vivere solo per viaggiare e scoprire che in giro per il mondo esistono bandi per diventare gestori di mulini a vento, o che gli olandesi ci guardano come terroni troppo abbronzati per la loro nordica algidità.

Ma poi si torna alla normalità, alla quotidianità che per quanto sia finalmente davvero lo specchio di ciò che sono e che voglio, troppo facilmente rischia di fagocitare tutta la curiosità e le energie.

Oggi è e domenica, e sono a casa, e non ho niente da fare. Il rischio pigrizia è proprio dietro l’angolo, ma basta guardare fuori dalla finestra, il cielo blu, il sole e i cinguettii degli uccellini nella villa accanto, che già il corpo e il cuore si scaldano di nuovo.

Il cuore, che palle certe volte il cuore. Non lo sa mai cosa vuole, sa solo cosa non vuole, e non vuole un sacco di cose.

C’è una cosa che non ti dicono mai riguardo alle scelte che fai nella vita, alle cose che fai giorno dopo giorno: se ti fanno soffrire, stare male e/o rischiano di cambiarti, poi quando il tempo è passato e tu sei andata avanti, in verità la memoria quei ricordi li tiene.

E soprattutto il cuore sembra avere una ottima memoria.

E gli errori del passato stanno là, in prima fila, a guardarti dicendo ehilà! sono qui! Ti ricordi di me?

Ogni istante è importante, perché anche quando superi le conseguenze di quell’istante e modifichi il tuo percorso, sono ancora dentro di te. Dicono che ci vogliano 21 giorni per creare una nuova abitudine, e sembra implicito così che l’abitudine precedente vada persa a seguito di ciò. Con lo yoga è stato così: la mia vita lazy è stata superata, il mio corpo è vivo, lo sento e lo percepisco sotto la pelle ogni secondo. Forse anche con il cuore può essere così?

Non lo so davvero, so solo che è più complicato di quel che sembra. E avendo felicemente sperimentato l’arte della fuga, ovviamente la prima soluzione che mi viene in mente è sempre quella: scappa. Magari l’Australia stavolta è un po’ troppo, ma scappa dal telefono, scappa dalle uscite, scappa e basta.

Ho passato parte del weekend a Torino, con cugini e amici, chiacchierando e passeggiando per quella meravigliosa città che è Torino. La musica mi insegue, nel centro di un sabato pomeriggio becco un soundcheck e non riesco a trattenermi e resto ad assistere a tutti set e contro set che si succedono sul palco, come se il concerto fosse privato e tutto mio.

Quindi oggi è domenica, sono a casa e non ho niente da fare.

Metto in ordine i pensieri, scrivo, la musica gira nello stereo a palla dalle 11, mi regalo un’ora di coccole tra scrub, creme, e profumi.

Non lo so se è abbastanza, ma per me, adesso, la verità è che va bene così.

 

 

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